La chiave di bronzo. by Cassandra Clare

La chiave di bronzo. by Cassandra Clare

autore:Cassandra Clare [Clare, Cassandra]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788804669067
editore: MONDADORI
pubblicato: 2016-10-24T22:00:00+00:00


Richiusero in fretta e furia la stanza di Anastasia e si precipitarono nelle viscere del Magisterium, dov’erano imprigionati i primitivi. Call continuava a guardarsi nervosamente alle spalle, come se un po’ si aspettasse che Rufus o qualche altro Magister avesse scoperto cosa stavano combinando e si fosse messo sulle loro tracce.

Invece, non c’era nessuno. I corridoi erano silenziosi e lo diventarono sempre di più man mano che la pietra intorno a loro si lisciava e pareti e pavimento si trasformavano in superfici di marmo talmente lucide da risultare scivolose. Davanti ai loro occhi scorsero le porte con i simboli alchemici scolpiti, ma stavolta Call non si fermò a osservarle. Era troppo assorto nei suoi pensieri: Anastasia Tarquin, le foto nella stanza, Magister Joseph. Che la donna fosse una sua servitrice? Che fosse lei la spia del Magisterium, incaricata di prendersi cura di Call perché il ragazzo era ancora (malgrado tutto quello che era accaduto) il prescelto di Magister Joseph, l’anima del Nemico della Morte?

Tamara si arrestò davanti alla porta massiccia costruita con i cinque metalli del Magisterium: ferro, rame, bronzo, argento e oro. Risplendeva morbidamente nella luce del corridoio. La ragazza si voltò verso Call e Aaron, lo sguardo determinato. «Lasciate fare a me» disse e bussò con un unico colpo, secco e deciso.

Dopo una lunga pausa, il battente si aprì. Una giovane guardia, che Call ricordava dall’ultima volta in cui erano stati lì, scrutò Tamara con diffidenza.

«Che succede?» domandò. Era un ragazzo sui diciannove anni, i capelli neri arruffati. L’uniforme che indossava, quella del Collegium, era blu scuro, con strisce di colori diversi lungo le maniche. Call aveva il sospetto che i colori significassero qualcosa. Tutto, nel mondo magico, aveva un significato. «Che c’è, ragazzina?»

Tamara nascose con ammirevole maestria il fastidio che provò nell’essere chiamata “ragazzina”.

«I Magistri vogliono vederti» mentì. «Dicono che è importante.»

Il ragazzo spalancò ancora di più la porta. Call intravide alle sue spalle l’anticamera con il divano, le pareti rosso scuro e l’imboccatura del corridoio che si sviluppava in profondità. Cominciò a battergli forte il cuore. Era tutto così vicino.

«E secondo te dovrei crederci?» ribatté il ragazzo. «Perché mai i Magistri vorrebbero che lasciassi la mia postazione? E perché avrebbero mandato una mezza calzetta come te a chiamarmi?»

Aaron e Call si scambiarono un’occhiata eloquente. Se il bullo del Collegium non si fosse dato una calmata, pensò Call, si sarebbe ritrovato steso a terra, con lo stivale di Tamara piantato sul collo.

«Sono l’assistente di Magister North» proseguì Tamara, imperterrita. «Voleva che ti dessi questa.» Gli porse la pietra-guida. Il ragazzo sgranò gli occhi. «Ti porterà dov’è in corso la riunione. Serve una tua testimonianza sui sistemi di sicurezza qui. Altrimenti, tu o il tuo capo potreste finire nei guai.»

Il ragazzo afferrò la pietra. «Non è stata colpa sua» obiettò amareggiato. «E nemmeno delle guardie. Quel primitivo è arrivato da qualche altra parte.»

«Va’ a dirlo ai Magistri, allora» concluse Tamara.

La guardia strinse la pietra-guida e uscì nel corridoio. Sbatté la porta alle proprie spalle e Call sentì lo scatto di una decina di serrature che si richiudevano.



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